18/02/2019
PUO' IL MONDO CONTINUARE AD IGNORARE GLI ULTIMI?
Il racconto di Calogero Mazzara, oncologo e Socio AFRON, dopo 4 anni nuovamente in missione in Uganda
Avremo ancora tempo e voglia per indignarci? Fino a quando continueremo a chiudere gli occhi e girarci dall’altra parte? Può il mondo continuare a ignorare gli ultimi?
Sono solo alcune, difficili, domande che mi sono posto durante la mia ennesima missione in terra Ugandese, girando per i reparti e gli ambulatori di pediatria dell’Uganda Cancer Institute di Kampala e del St. Mary’s Hospital di Gulu.
Questa nuova esperienza mi ha avvicinato, più di quanto non avessi fatto in passato, ad una cruda realtà: che se nasci in Africa, nella gran parte dei casi, non hai le stesse risorse e le stesse possibilità di chi nasce in un cosiddetto Paese Occidentale. E che se sei un bambino che si ammala di tumore hai meno possibilità di diventare grande rispetto ad un tuo coetaneo che si ammala in Occidente.
Non penso che potrò mai accettare questa discrepanza e non credo che sarò mai capace di colmare questa grande differenza. Però so che posso fare in modo che chiunque mi conosca possa essere reso cosciente di quanto accade nel mondo perché dalla conoscenza nascono i cambiamenti.
So che posso contribuire a migliorare, o cambiare, il corso della vita dei pazienti che incontrerò lungo la mia strada in terre Africane, so che potrò alleviarne le sofferenze e nutrirne la speranze. E soprattutto so bene che posso stare al loro fianco e lottare insieme perché ad ognuno venga riconosciuta la propria dignità di uomo, di uomo ammalato.
Se questo sarà possibile è anche perché ho incontrato Afron, una piccola ma ormai grande realtà che rispecchia i miei sentimenti e i miei progetti. Perché anche Afron lotta quotidianamente per garantire il diritto alla salute delle donne e dei bambini ugandesi senza stancarsi, con un vigore e un coraggio che si rinnovano quando un bambino continua a sorridere e una madre continua a prendersi cura della propria famiglia.
Per questo sento di dire grazie ad Afron per questa nuova avventura.
E grazie a tutte le persone che hanno condiviso con me questo entusiasmante ed emozionante pezzetto di cammino.
Calogero