13/02/2018
PICCOLI COMBATTENTI
Dal Lacor Hospital il racconto di Margherita Cova alla sua prima missione con AFRON
Piccoli combattenti.
Se io fossi italiana, i miei genitori avrebbero capito subito che non era normale quel mio rigonfiamento dello stomaco nè la deformazione della mandibola, ma sono nata in Uganda 17 anni fa e qui tutto è diverso.
Sono cresciuta in un piccolo villaggio vicino a Gulu, prima di 7 fratelli. Sin da piccola ho aiutato la mamma a cucinare, prendere l’acqua, tenere pulita la capanna. Dei giorni speciali riuscivo a percorrere a piedi i 3 km che mi separavano dalla scuola ed era bellissimo giocare con gli altri, imparare a leggere e scrivere e mangiare il mango strada facendo. Ma qui in Africa la scuola tutti i giorni è un privilegio concesso a pochi.
Ho cominciato a stare male alcuni mesi fa, ma la mamma ha pensato che quel gonfiore fosse dovuto a cattiva alimentazione e non ha dato peso, ha creduto che il succo appiccicoso del cespuglio col quale giocavo fosse innocuo, ha immaginato che prima o poi il dolore sarebbe sparito.
Però un giorno sono venuti a trovarci nel villaggio persone sconosciute che, vedendo il mio viso sfigurato, mi hanno portato in ospedale, un posto con tanti letti affiancati, tanti giochi, tanti dottori gentili.
Mi hanno curato e spiegato che dal Linfoma di Burkitt si puó guarire se si fa presto, se alle nostre mamme viene spiegato che non bisogna perdere tempo.
Questa notte ho sognato di essere guarita e di andare nei villaggi per aiutare gli altri bambini.
E se questo dovesse essere solo un sogno; se questa notte dovesse essere l’ultima... non importa, finchè potrà esistere ancora un domani almeno per chi, a differenza di me, non ha perso tempo.
Finché noi e voi riusciremo sempre a restare uniti.