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20/10/2018

ABBIAMO PORTATO LA VITA!

Il racconto di Carlino Dagli Orti, ginecologo volontario in missione con AFRON



Un tragitto di circa un'ora, su una pista che si snoda nel mezzo della savana dove pascolano greggi e mandrie, ci porta presso la struttura dove verrà svolta la prima giornata di screening sui tumori femminili.
Non possiamo parlare di villaggio: è un complesso di tre o quattro fabbricati, uno adibito ad ambulatorio (alcuni pazienti per lo più anziani sono già in attesa), uno è costituito dalla maternità e poi ci sono un paio di casette per gli operatori. Il tutto in mezzo al nulla: non si notano capanne a perdita d'occhio; la località si chiama Lopei.

In breve tempo viene preparata la sala operativa nella maternità con 6 lettini ginecologici e tutto il necessario per eseguire i PAP test e i VIA test. All'esterno vanno via via raccogliendosi le donne, apparizioni sempre più numerose che sono la conferma di un buon lavoro di informazione.
Ho il tempo di dare una occhiata alla maternità: nella notte ci sono stati 3 parti e le neo mamme stanno già preparandosi per il rientro a casa. Una gravida, tra una contrazione e l'altra, passeggia nei dintorni assistita da una figlia grandicella.

Si comincia.

Le donne dell'UWOCASO (Uganda Women's Cancer Support Organization), con l'aiuto delle ostetriche, trasmettono in lingua karimajong informazioni sul cancro della mammella e della cervice uterina ad un gruppo di donne attente; colpisce la mescolanza dei vivaci colori dei vestiti; il volto austero delle anziane dai capelli bianchi, assai numerose; il gruppetto di uomini divertiti seduti sui loro sgabellini; mi stupisce la mancanza dei bambini, sempre presenti a frotte in altre esperienze passate. Speriamo stiano a scuola!
L'attività operativa è assai concitata: registrazione, esecuzione del PAP test (cosa si direbbe in Europa di una sala con sei lettini contemporaneamente occupati dalle donne in posizione ginecologica?); ritorno all'esterno con consegna del vetrino che viene catalogato e ultime informazioni per le donne.
Per non parlare del cerimoniale messo in atto da ogni donna prima di trovare la posizione giusta sul lettino ed il tira e molla, tra gridolini e sorrisi imbarazzati, con le kanghe (stoffa stile pareo) prima di arrivare ad offrire la giusta visuale per il ginecologo!

Devo dire che il clima in cui tutto si svolge è concitato e festoso.
Con l'arrivo di un'ultima camionata di donne raccolte da un'autoambulanza nella brousse (savana) si arriva alla fine ad un conteggio di 126 “mama” che si sono sottoposte all'esame. Un buon risultato se guardandosi attorno si vedono solo animali al pascolo.
Un'ultima nota prima della partenza, una nota emozionante: mentre facevamo lo screening, la donna gravida ha messo al mondo una deliziosa bambina.

Abbiamo portato la vita!

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