Cause e conseguenze

Le cause principali del vertiginoso aumento dei casi di cancro sono:

• gli agenti infettivi (Epatite B e C, virus HHV-8 o KSHV, HIV, Papilloma Virus, etc.) considerati responsabili dell’insorgenza di diversi tumori maligni nel mondo. Nei paesi a basso reddito la percentuale dei tumori causati da agenti infettivi è molto più alta rispetto a quella dei paesi sviluppati.

• le modificazioni degli stili di vita verso una progressiva occidentalizzazione (abuso di alcol, fumo, alimentazione scorretta, cibi contaminati, passaggio dalla denutrizione alla malnutrizione con maggior apporto di grassi e diminuzione dell’allattamento al seno).

• i fattori ambientali quali l’inquinamento atmosferico dovuto alla modernizzazione ed all’urbanizzazione dei paesi in via di sviluppo

La conseguenza è che in Africa su 10 donne malate di cancro, 8 ne muoiono


La mancata conoscenza della malattia, le difficoltà logistiche nel raggiungere l’ospedale più vicino, l’insufficienza economica rispetto al costo delle cure, portano a diagnosticare il tumore ad uno stadio troppo avanzato. L’esito della malattia è quasi sempre fatale.

Altrettanto gravi sono le conseguenze socio-culturali, in particolare per le donne.
La donna riveste un ruolo centrale nella famiglia, che non le consente di assentarsi da casa per le cure. L’assenza di una mamma con tanti figli può spezzare un equilibrio familiare già di per sé fragile. Chi bada alla casa e ai bambini? Chi svolge il lavoro nei campi?

L’infertilità è altrettanto grave: una donna a cui viene diagnosticato un tumore alla cervice in fase avanzata è disposta a subire un intervento di isterectomia con la certezza di non poter più procreare e di essere ghettizzata all’interno della sua comunità?

Il cancro in Africa è vissuto come uno stigma: la persona malata rischia di essere isolata dai familiari e dalla comunità. Spesso un tumore viene associato ad una malattia infettiva o considerata una punizione divina.

In Africa è ancora molto viva la credenza che al cancro non si sopravviva.