Il cancro in Africa

"Circa il 40% dei casi di cancro nel mondo può essere evitato attraverso la prevenzione, le tecniche diagnostiche ed uno stile di vita sano ed adeguato”, questo è il messaggio lanciato nel 2010 dall’International Union Against Cancer (UICC – “Cancer can be prevented too” 2010).

Questo messaggio di speranza riguarda purtroppo solo il mondo occidentale.

Il Prof Peter Boyle dell’International Prevention Research Institute (IPRI) denuncia la grave disparità di trattamento oncologico tra i paesi ricchi ed i paesi poveri, affermando che “l’eliminazione di queste differenze è una questione urgente” (European Breast Cancer Conference, 2014).

In Africa il cancro è, infatti, una vera e propria emergenza. L’incidenza dei tumori è cresciuta drammaticamente dopo gli anni ‘90, senza che si sviluppassero dei programmi nazionali di controllo della malattia. Nel 2008, soprattutto nell’area Sub-Sahariana, sono stati registrati 667.000 casi di cancro (5,4% dei casi nel mondo) e 518.000 decessi.
Il tasso di incidenza del cancro è molto simile a quello della mortalità.

In Africa i sistemi sanitari sono fragili e spesso al collasso, mancano le infrastrutture, le risorse umane e quelle strumentali. Oltre il 60% dei paesi non ha accesso a servizio di radioterapia e a programmi di prevenzione e screening.

Rispetto all’AIDS, alla malaria, alla tubercolosi, alla malnutrizione, alle guerre, alle carestie, alla povertà, il cancro in Africa non rappresenta una priorità ed è stato fino ad oggi ampiamente trascurato.